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I ragazzi del 4als hanno partecipato  assieme ai loro colleghi del Liceo classico e delle scienze umane ad un incontro con Marco Gatto a partire dal testo “Nello sciame. Visione del digitale” di Byung-Chul Han, organizzato dalla prof.ssa Federica Biancarelli che ringraziamo ancora. I ragazzi si sono preparati e hanno rielaborato ciò che segue assieme alla prof.ssa Alessandra, docente di filosofia.

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NELLO SCIAME

(a cura di Giorgia)


L'incontro con il professore di filosofia, il dott. Marco Gatto,  incentrato sull'analisi del libro dello scrittore coreano Byung- Chul Han "Nello sciame, visioni del digitale"  ha portato alla luce delle interessanti considerazioni sulla rivoluzione digitale in corso.
Han stringe l'obiettivo sulle modalità peculiari della comunicazione moderna e si sofferma sull'opposizione radicale fra racconto di sé e proiezione di sé nel virtuale dove ognuno di noi è un "qualcuno" dotato di profilo personale , che si espone e ambisce attenzione, lavorando senza sosta per l'ottimizzazione di sé.
La medialità digitale lascia decadere la discrezione e il rispetto, favorisce l'esibizione della propria intimità e della propria sfera privata.  affinché tutti osservino e si giudichino a vicenda. Questa assenza di distanza porta inevitabilmente a una commistione di pubblico e privato. La condizione d'esistenza è quindi dettata dall'esibizione costante, dallo sproloquio, dall'esortazione. Chi non commenta non conta; chi non appare non è.
I medium digitali, In sostanza, non incentivano il dialogo, ma decostruiscono il discorso e isolano, nonostante nell'utente sia radicata l'idea di massima auto-efficacia comunicativa e relazionale. Siamo come uno sciame, incapace di reperire né un anima né un'identità stabile, esso non sviluppa alcun noi ma giunge a identificare un assembramento occasionale, transitorio e destinato a disperdersi rapidamente una volta concluso lo smart mob di turno (smart mob = incontro di gruppo finalizzato a compiere un azione collettiva).
L'overdose informativa cancella la possibilità di narrare se stessi e costruire una storia comune , che possa durare nel tempo, sostituendovi una cronologia additiva di commenti destinati all'oblio istantaneo.
La società dell'informazione quindi presenta delle caratteristiche che l'identificano:
 - L'IM-MEDIATEZZA: ovvero il tempo del medium digitale è il presente immediato, in esso le informazioni sono prodotte, inviate e ricevute senza intermediari, non esistono filtri: ciascuno crea e diffonde informazioni e lo fa immediatamente.
- TOTALE ASSENZA DI ATTRITO: si può parlare per ore nel web senza rischiare di entrare in conflitto. Mentre nel mondo reale c'è sempre un'alterità con cui confrontarci, all'interno del medium digitale invece niente comincia o finisce davvero. tutto è informazione, rappresentazione, immagine e ciò che non può essere tradotto in questo formato semplicemente non è.
- la conoscenza si configura come un MERO PROCESSO ADDITIVO, dove le informazioni si accumulano senza portare realmente significato, le dinamiche si basano sulla logica quantitativa dell'accumulo come ad esempio su Facebook gli amici vengono contati, spesso aggiunti senza motivo, la simpatia è un mero accumulo di like....mentre  nella realtà l'amicizia è una storia, un  racconto, il frutto di una scelta. L’ homo digitalis non e' in grado  di avere esperienze reali,  piuttosto conta, calcola, misura.
- Tutta questa libertà si ribalta in CONTROLLO: ognuno è al tempo stesso prigioniero e sorvegliante dell'altro, ad esempio i tag su Facebook che riportano dove uno si trova, a quale ora, con chi e a fare cosa equivalgono a una delazione.
Nel medium digitale le informazioni sono reperibili in modo facile e veloce poiché gli individui lasciano tracce digitali indelebili rendendo tutto "trasparente" e questo rende la fiducia (elemento fondamentale per la comunità) obsoleta e avvalla il controllo.
Oggi attraverso i "data mining" (insieme di tecniche e metodologie che hanno per oggetto l'estrazione di dati utili da banche dati di grandi dimensioni) società come Google possono ricavare modelli comportamentali delle masse, dando inizio ad una psicologia digitale in grado di controllare i pensieri e gli interessi delle persone: subentra lo psicopotere al posto del biopotere.
Si ha tutto il diritto di assumere un atteggiamento negativo nei confronti del nuovo e di certo l'alienazione che apporta il medium digitale rappresenta un pericolo reale per le nostre esistenze, ma è bene riflettere profondamente su fenomeni così dirompenti per comprendere come dotarsi dei giusti anticorpi senza lasciarsi  prendere dal panico.

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Con questa infografica Michele ha cercato di sintetizzare i contenuti dell'incontro:

https://www.easel.ly/browserEasel/7009159

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