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La (prima) Rivoluzione industriale

(Giorgia Matilde, Mykhaylo)

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Per quello che riguarda il più grande cambiamento tecnologico-produttivo, ovvero la nascita della prima grande Rivoluzione Industriale, i cambiamenti sono così vasti e notevoli che ci siamo concentrati su di un solo aspetto, il più evocativo, tralasciando gli altri : lo sviluppo dell'energia collegata al vapore. Così nella classe 4bls con l'aiuto del Prof. Paolo, Giorgia, Matilde e Mykhaylo hanno sintetizzato il loro lavoro ai compagni.

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La prima Rivoluzione industriale nacque in Inghilterra nel 1765 e successivamente si diffuse in Europa e in America; toccò il suo apice intorno al 1830 e si concluse nel 1870. Essa si basò sull'introduzione delle macchine azionate dal vapore e fu accompagnata da altri fenomeni rivoluzionari: la rivoluzione demografica, dovuta alla diminuzione della mortalità (grazie alla scomparsa della peste, alla minore incidenza delle guerre, alla diffusione di pratiche igieniche più corrette) e all'aumento delle nascite; la rivoluzione agricola, basata sulla trasformazione dei "campi aperti" in "campi chiusi" (enclosures) dai quali i proprietari espulsero i contadini, assumendo braccianti e introducendo la "rotazione quadriennale" (il terreno veniva diviso in quattro parti: due coltivate a cereali, una a legumi e una a foraggio), nuovi attrezzi (meccanizzazione dell'agricoltura), il riso e il mais.

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Si verifico anche una rivoluzione commerciale, perché parte del denaro guadagnato con l'agricoltura fu investito nelle manifatture tessili. La lana inglese venne affiancata dal cotone indiano. Fu proprio allora che arrivo la rivoluzione del vapore perché alla macchina per filare (telaio) venne applicata la macchina a vapore di James Watt alimentata carbone. L'importanza storica della macchina a vapore fu enorme la sua invenzione (nel 1769) consentì per la prima volta di produrre lavoro meccanico indipendentemente dalla disponibilità dei corsi d'acqua~ fino ad allora sfruttati. La fonte di energia utilizzata per far funzionare questo tipo di macchina era il carbone. Il primo settore industriale in cui venne applicata la macchina a vapore fu l'industria tessile.


Il lavoro sl spostò così nelle fabbriche e cambiò anche il modo di pensare e di vivere delle persone, la maggior parte delle quali si trasferiva in città.
L'economista Adam Smith teorizzò la divisione del lavoro nelle fabbriche.

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Si sviluppò anche una rivoluzione nei trasporti con la costruzione di canali
artificiali, di strade e poi con l'invenzione della locomotiva a vapore, costruita nel 1814 da George Stephenson, che progettò anche la prima linea ferroviaria facendo scorrere i treni su rotaie. Contemporaneamente si verificò una rivoluzione economica e sociale: I contadini espulsJ dai campi chiusi si trasfenrono in città e sl trasformarono m operai.
La borghesia capitalistica divenne il ceto dominante: i proprietari delle fabbriche, che avevano bisogno di grandi somme di denaro (il capitale) per portare avanti le loro attività, mantenevano bassi i salari, imponevano lunghi orari di lavoro e impiegavano donne e bambini.

 

Gli operai col tempo presero coscienza della loro condizioni e tentarono di allearsl per far valere i loro diritti anche con violente rivolte come quelle dei "luddisti" che furono però duramente represse.

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La macchina a vapore è un'invenzione che ha cambiato la storia

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La macchina a vapore è un sistema per produrre lavoro meccanico a spese dell'energia termica. Anche se le attuali macchine a vapore, molto perfezionate, sono abbastanza complesse, lo schema di base è sempre lo stesso. Il funzionamento di questa macchina è basato sul Il principio della dinamica.
Riguarda la trasformazione di calore in lavoro ed afferma che è impossibile creare una trasformazione fisica il cui unico risultato è la conversione di calore in lavoro.

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La macchina a vapore è un sistema per rodurre lavoro meccanico a spese dell' energia termica. Una macchina a vapore converte l'energia termica del vapore in lavoro meccanico. Molto schematicamente possiamo dire che questa macchina è costituita da un contenitore, il bollitore, al cui interno, grazie all' azione di una fonte di calore, viene riscaldata acqua fino a temperature vicine all' ebollizione. In questo modo si ottiene vapore, che tende a espandersi in tutto il bollitore, o in un secondo contenitore in cui si riversa, esercitando una pressione  sulle pareti tanto
maggiore quanto  la concentrazione del vapore può venire convogliato, con tecniche molto diverse, su un pistone o una turbina, che si mettono in moto per la pressione che ricevono producendo  lavoro meccanico.  

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Terminiamo con una mappa concettuale che richiama la complessità citata sopra e solo accennata.

 

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