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" Se ogni strumento riuscisse a compiere la sua funzione o dietro un comando o prevedendolo in anticipo <e>, come dicono che fanno la statue di Dedalo o i tripodi di Efesto i quali, a sentire il poeta, «entran di proprio impulso nel consesso divino», così anche le spole tessessero da sé e i plettri toccassero la cetra, i capi artigiani non avrebbero davvero bisogno di subordinati, né i padroni di schiavi."

Aristotele Politica I (A), 4 1253 b

Le trasformazioni tecnologiche hanno influito in maniera potente soprattutto a partire dal XIX secolo sebbene siano state portatrici di cambiamento fin dalla prima storia dell'uomo.

Abbiamo deciso così di indagare come nei sistemi produttivi dell'area del mediterraneo, incentrati nell'agricoltura, le strutture sociali produttiva e le innovazioni tecnologiche sono state in un rapporto dialettico sebbene in tempi più lunghi di quelli del mondo moderno.

Per questo abbiamo messo in evidenza con i ragazzi del 3cls una delle invenzioni certe di Archimede piuttosto che dell'improbabile invenzione degli "specchi ustori", ovvero la famosa "vite", mostrando il suo funzionamento in campo scientifico ed utilizzo fino a noi.

Per quanto riguarda la nostra convinzione che le innovazioni, soprattutto nel passato, potevano incontrare successo od ostacolo dalla struttura di potere di una data civiltà ricordiamo il tardivo utilizzo del mulino ad acqua: infatti anche se le tecnologie che ne hanno permesso lo sviluppo risultano da più fonti già conosciute nell'antichità, sarà solo nel basso medioevo che si è cominciò a vedere il suo utilizzo. La tesi è che finché il sistema schiavistico era alla base delle società l'utilizzo di lavoro animale e tecnologia non risultava conveniente od opportuno.

La classe 3bls si è incentrata così su una delle più alte descrizioni concettuali di una di queste società del mediterraneo: "La Crematistica" di Aristotele.

 

Aristotele, le "spole" e la "crematistica"

(a cura di Francesco, Giovanni e Pietro)

 

I ragazzi della 4bls si sono occupati anche di analizzare il pensiero di Aristotele a riguardo dell'organizzazione e funzionamento dello Stato rivolto secondo il filosofo al "bene comune". Francesco, Giovanni e Pietro si sono occupati specificatamente della "crematistica".  Il nostro convincimento è che sole le tecnologie non riescono a cambiare ma influenzano potentemente la struttura organizzativa della società. Aristotele per primo analizzando gli aspetti economici e politici ha indicato la strada da seguire.

"Aristotele parla per la prima volta di crematistica nella sua celebre opera dedicata all'amministrazione dello Stato: la Politica. Il filosofo definisce la crematistica come l'arte di produrre e guadagnare ricchezze,  in greco “chremata”.

La crematistica, dunque,  è una scienza strettamente collegata all'economia.

Per Aristotele l' economia è la scienza dell'amministrazione della casa (oikos). Secondo Aristotele la casa (o meglio la famiglia) è la più piccola comunità che va a formare lo Stato; perciò una corretta amministrazione della casa assicura nell'insieme una corretta amministrazione dello Stato. Dunque l'economia per Aristotele è una scienza fondamentale poiché garantisce la giusta amministrazione dello Stato .

Consiste nello sfruttare le risorse guadagnate tramite la crematistica. Il fine dell'economia è assicurare la vita felice della famiglia tramite la corretta amministrazione della casa.

La crematistica è quindi la scienza che fornisce all'economia gli strumenti necessari ossia le ricchezze. Tuttavia Aristotele distingue due tipi di crematistica: una naturale e una non- necessaria che considera innaturale.

LA CREMATISTICA NATURALE: è quella propriamente detta ed è in stretto collegamento con l'economia in quanto consiste nel guadagno di ricchezze limitate che vengono utilizzate per l'amministrazione della casa (economia). Ha dunque il fine di guadagnare per assicurare la vita felice.

LA CREMATISTICA NON NECESSARIA: è quella non subordinata all'economia e consite semplicemente

nel guadagno di ricchezze illimitate non per utilizzarle ed assicurare una corretta amministrazione della casa ma per il semplice godimento che si ha nel guadagnarle, per il puro amore per l'eccesso. E' il guadagnare per guadagnare, in cui la ricchezza non è più tramite per raggiungere la vita felice ma è essa stessa il fine. 

LA METAFORA DELLA SCARPA

Con questa metafora Aristotele vuol spiegare la differenza tra crematistica naturale e non necessaria.

Il filosofo afferma che ogni ricchezza ha il fine naturale di essere utilizzata per soddisfare i bisogni primari ed assicurare stabilità ed equilbrio all'interno di ogni nucleo familiare ma più in generale all'interno dello Stato.

La crematistica non necessaria, finalizzata puramente al guadagno, può essere considerata come una sorta di pre- capitalismo.

Infatti, il sistema capitalista pone le sue basi proprio sul guadagno finalizzato ad altro guadagno in un meccanismo illimitato. Seconodo Aristotele il denaro non può essere principio e ne della crematistica poiché altrimenti ogni guadagno è aperto sempre ad un guadagno ulteriore. Per questo Aristotele sottolinea che le ricchezze prodotte dalla crematistica non necessaria (a differenza di quella naturale) sono illimitate. L'illimitatezza che caratterizza questo tipo di crematistica la rende imperfetta.

  •  “La scarpa può usarsi come calzatura e come mezzo di scambio. Entrambi sono modi di usare la scarpa: così chi baratta un paio di scarpe con chi ne ha bisogno in cambio di denaro o cibo, usa la scarpa in quanto scarpa, ma non secondo l'uso proprio, perché la scarpa non è fatta per lo scambio.”

  • ●  Una scarpa, ad esempio, può essere usata sia per essere indossata che per essere scambiata. Per Aristotele la funzione primaria di un oggetto è il suo utilizzo. Lo scambio tuttavia non è considerato innaturale a patto che sia nalizzato all'economia (crematistica naturale).

  • ●  Invece, quando lo scambio non è nalizzato all'economia, ma al guadagno nalizzato a produrre altro guadagno (crematistica non necessaria), è considerato innaturale.

  • ●  Come dice Aristotele lo scambio “non è innaturale in quanto è volto a soddisfare le condizioni naturali dell’autosufficienza; ma logicamente da questo tipo di scambio è derivata la crematistica”.

La vite di Archimede

(a cura di Bernardo e Ismael)

Cosa è la  "Vite di Archimede"


Uno dei più grandi problemi pratici dell’antichità è stato quello di trovare un modo agevole per sollevare i liquidi. Il più semplice apparecchio che venne sviluppato nel corso dei secoli è il TIMPANO descritto da Vitruvio. Si tratta di un cilindro cavo diviso radialmente in spicchi ( di solito 8 ) che ruota attorno ad un asse orizzontale, con la parte inferiore immersa nell’acqua che deve essere sollevata; i vari spicchi sono dotati di aperture praticate in modo che l’acqua entri quando lo spicchio si trova nell’acqua e ne esca quando il moto di rotazione lo porta al di sopra dell’asse. L’apparecchio ha un difetto: il dislivello al quale l’acqua può essere sollevata no può superare il raggio del timpano.

 

Un’altra macchina introdotta nell’epoca ellenistica per sollevare l’acqua fu la VITE di Archimede o COCLEA. Si tratta di uno strumento ben noto, di una semplicità assolutamente geniale. Il flusso dell’acqua è in questo caso del tutto continuo e non vi è alcun residuo dell’antichissimo uso delle secchie. L’acqua è sollevata direttamente, all’interno di un tubo inclinato, da una superficie elicoidale interna al tubo che ruota con essa. Si tratta di una macchina che usa due nuovi elementi introdotti nella tecnologia meccanica, la RUOTA DENTATA e la VITE, e sono basate sulla progettazione teorica.

 

La "vite di Archimede" gli è attribuita sulla base della testimonianza di Diodoro Siculo e di Atenea. Recenti studi indicano però che essa potrebbe essere già stata inventata prima di Archimede, in quanto si pensa sia stata utilizzata per irrigare i giardini pensili di Babilonia. Archimede potrebbe aver studiato la vite durante la sua permanenza ad Alessandria d’Egitto e porterebbe aver importato in Italia uno strumento quindi già conosciuto nei paesi del Medio Oriente.

 

Gli studi di Archimede hanno un’influenza notevole nella storia della scienza sia nell’antichità, quando si prende a modello soprattutto il rigore delle sue trasformazioni, sia nel Rinascimento quando le sue opere, pubblicate in versione o nel teatro originale, sono oggetto di grande interesse per coloro che formano la moderna scienza sperimentale.

La "vite" ai nostri giorni

Oggi la vite è utilizzata per il ripopolamento ittico: questa struttura posta in obliquo mettendo in collegamento il bacino inferiore con quello superiore in modo che i pesci possano risalire il fiume. Un altro modo utilizzato per sfruttare la vite si trova soprattuto in Olanda. In queste zone i polder sono frequentissimi: appezzamenti di terra prima sommersi dall’acqua ora sono campi coltivabili.

 

Uno degli utilizzi più importanti è quello della produzione di energia: queste viti attraversate dall’acqua ad alta velocità producono energia, che poi viene convertita in elettricità; non più, dunque, hanno bisogno di "lavoro" ma lo "producono" permettendo un utilizzo di energie pulite.

Bernardo ed Ismael hanno provato a sintetizzarne l'utilità con questa infografica: visibile sotto ed al sito: https://www.easel.ly/browserEasel/7425503

 

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