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ASIMOV e i ROBOT

(a cura di Giuseppe e Tommaso)

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Giuseppe e Tommaso hanno affrontato i romanzi fantascientifici di Asimov che a partire dagli anni '60 hanno conquistato un successo crescente, anticipando molti aspetti e preoccupazioni dovute agli iniziali sviluppi della robotica che cominciavano a rivelarsi. Descrizioni sempre più significative per generazioni di lettori  fino ai nostri anni in cui sono usciti vari films basati su alcuni suoi racconti: "L'uomo Bicentenario" con Robin Williams e "I, Robot" con Will Smith. 

 

"Il suo enorme successo, oltre all'immediatezza e al fascino proprio dell'argomento trattato, è dovuto alla finezza con cui affronta situazioni canoniche, al suo ammirevole realismo e alla costante ironia.

Asimov appartiene insieme a Heinlein, Sturgeon e Leiber a quell'insieme di scrittori che grazie al proprio lavoro, intorno alla metà del 1900, hanno trasformato e rinnovato il genere fantascientifico in America, dandogli l'enorme popolarità di cui gode ancora adesso.

Asimov è uno scrittore che vive nel progresso tecnologico rimanendo totalmente affascinato da esso, ma non è un'amore incondizionato, infatti spesso mostra le sue preoccupazioni riguardo le conseguenze politiche che l'automatizzazione e la computerizzazione possono portare." 

ISAAC ASIMOV: TUTTI I MIEI ROBOT

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Asimov nasce nel 1920 a Petrovich, un villaggio russo nei pressi di Smolens, i suoi genitori, entrambi di origine ebraiche decidono di emigrare negli Stati Uniti, il piccolo Asimov gode dell'attenzioni del padre e della madre a causa della salute cagionevole; dimostra fin da subito un grande talento ed interesse nei confroti delle materie scientifiche. Nel 1941 si diploma nella prestigiosa Columbia University, 9 anni più tardi pubblica il suo primo romanzo ( Paria dei cieli), decide allora di abbandonare la carriera di insegnante per seguire la sua vera vocazione, la scrittura. Nel corso degli anni divenne il più famoso romanziere fantascientifico, il suo successo è dovuto sia alla capacità di stupire, ma anche all'abilità di coinvolgere il lettore grazie al suo realismo e ad una costante ironia.

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I racconti dell'antologia sono strettamente legati a ciò che ha reso più celebre Asimov, le 3 leggi fondamentali della robotica:

1) Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che a causa del proprio mancato intervento un essere umano riceva un danno.

2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purchè tali ordini non contravvengono alla prima legge.

3) Un robot deve proteggere la propria esistenza purchè non contrasti con la prima e seconda legge. 

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L'antologia "Tutti i miei robot" è suddivisa in 9 sezioni, ognuna delle quali presenta un determinato filo conduttore che lega tutti i racconti che la compongono:

1) Robot non umani. “ Il fedele amico dell'uomo”, “Un giorno...”, “Sally”.

2) Robot immobili: “ Certezza di esperto”, “ Finalmente...”, “Vero amore”.

3) Robot non di metallo: “ AL-76”, “Vittoria involontaria”, “Straniero in paradiso”, “Luciscultura”, “ Il Segregazionista”, “Robbie”.

4) Robot Umanoidi: “ Se saremo uniti”, “Immagine speculare”, “Tricentenario”.

5) Powell e Donovan: “La prima legge”, “Circolo vizioso”, “Essere razionale”, “Iniziativa personale”. 

6) Susan Calvin: “Bugiardo!” , “ Soddisfazione garantita”, “ Lenny”, “Il correttore di bozze”, “ Il robot scomparso”, “Rischio”, “Meccanismo di fuga”, “La prova”, “Conflitto evitabile”, “Intuito femminile”.

7) Due apoteosi: “ Che tu ne prenda cura”, “ L'uomo bicentenario”.

 

Asimov aveva fin da subito individuato 2 categorie principali di robot, protagonisti dei suoi racconti di fantascienza preferiti: la prima è quella dell'automa minaccia, dove il prodotto dell'uomo si ritorce contro di lui, come in un Frankestain moderno, in assenza delle 3 leggi della robotica; la seconda categoria è quella del robot patetico, che viene spesso maltrattato da uomini malvagi ed egoisti, un caso particolare è quello di Sally dove sono riscontrabili entrambe le tipologie. Ovviamente l'idea di Asimov di un robot positronico, in grado di provare emozioni e considerarsi umano, è ancora lontana, ma certamente i successi ottenuti in questi ultimi anni fanno sembrare l'utopia di Isaac meno lontana.

“Tutti i miei robot” è una raccolta di tutti i suoi racconti, in cui si alternano protagonisti di metallo, dalle fisonomie differenti in situazioni dove il contrasto fra uomo macchina sembra scomparire, a volte in modo assai raccapricciante in ottica futura; i vari racconti sono poi stati suddivisi in più gruppi, senza seguire un preciso ordine cronologico, ma seguendo unicamente un principio di omogeneità.

La prima raccolta è quella dei robot non umani, dove i protagonisti non presentano tratti antropomorfi, e si identificano nella categoria del robot patetico, ad eccezione di “Sally”, in cui la “psicologia” del protagonista è assai più complessae di difficile lettura.

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I personaggi della tipologia succesiva diventano computer veri e propri, Asimov identifica così la distinzione principale fra quest'ultimi e i robot dei raccontri precedenti, ossia la capacità di muoversi liberamente.

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La terza categoria è quella dei robot di metallo, nell'immaginario comune gli automi, come quelli industriali sono costituiti di acciaio o ferro, anche Isaac è dello stesso pensiero, ma porta come contro tesi la leggenda del Golem di Praga costituito d'argilla, specificando però che quest'ultimo è legato al secondo libro della genesi, dove Dio crea gli uomini partendo proprio dall'argilla stessa.

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La raccolta successiva segue invece il tema degli androidi, parola derivante dal greco e che significa simili all'uomo, qui Asimov si sofferma sul fatto che nella letteratura fantascientica spesso sono apparsi dei robot dalle vere e proprie sembianze umane, indistinguibili da un persona qualsiasi, Isaac ritiene però che questa distinzione non ha un peso così rilevante dato che un robot alla fine è sempre un robot.

Powell e Donovan sono personaggi che mostrano una notevole somiglianza con alcuni protagonisti delle storie di Campbell, le quali erano molto gradite ad Asimoov, particolarità di questa sezione è il primo raccontro in cui si infrange la prima legge della robotica, considerata alla stregua di un comandamento, ossia non arrecare male agli uomini, il racconto di Donovan scatena sorpresa ma anche timore dato il crollo del baluardo che proteggeva gli umani dalle macchine.

La penultima raccolta è forse quella che ha colpito e suscitato maggiore interesse allo stesso Asimoov, ciò era dovuto alla figura di Susan Calvin, descritta come una donna estremamente tenace, gelida, completamente assorbita dal proprio lavoro e dall'emotività più simile a quella dei suoi oggetti di studio, i robot. Susan fu scritta in un'epoca in cui lo sciovinismo maschile era la regola nella letteratura fantascientifica, sorprende perciò la figura di una donna audace, decisa e artefice del proprio destino.

Le storie all'interno del dittico intitolato le “due apoteosi” sono i racconti lunghi più recenti, in cui Asimov tenta di immaginare i progressi futuri della robotica, sorprendennte è la storia dell'uomo bicentenario che ritorna allo stile robot patetico in una forma assai più umanizzata, in cui è lo stesso protagonista che prova il bisogno di abbassarsi al livello dell'imperfezione umana, come se i nostri difetti fossero dotati di un certo fascino.

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Alcuni testi, appartenenti anche cicli differenti, compongono un' ulteriore antologia intitolata “I Robot”, le storie trattate hanno per base le 3 leggi della robotica e le loro contraddizioni.

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Alcuni testi, appartenenti anche a cicli differenti, sono riconducibili ad un'unica raccolta intitolata “Io Robot”, datata nel 1950 contenente 9 storie scritte che hanno protagonisti robot prositronici, sono basate sul tema delle 3 leggi della robotica, sulle loro contraddizioni e le loro apparenti falle. I racconti sono sviluppati in modo da essere ognuno indipendente dagli altri e hanno un tema che conduce all'interazione fra il genere umano, i robot e la morale, e combinati insieme forniscono un'ampia visione dell'opera di Asimov sulla robotica. A questa antologia è liberamente ispirato il film omonimo del 2004 di Alex Proyas con Will Smith.

Nell'opere di Asimov è forse assente quella precisione e quell'attenzione nei dettagli più tecnici, in particolar modo nelle prime, cosa che renderebbe il suo stile più simile a quello di uno Zola del ventesimo secolo, però è innegabile il contributo che ha dato nel tentativo di spiegare qualcosa che fino a qualche decennio fa sembrava paradossale, ma soprattutto non si può mettere indiscussione la fantasia di essersi immaginato un mondo utopistico, che adesso assume forme sempre più reali.

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Il lavoro di Asimov sarà poi liberamente adattato nel 2004, infatti molti degli spunti asimoviani sono reinterpretati in modo considerevole. per la realizzazione dell'omonimo film “I Robot” con Will Smith, dove i robot positronici rielaborano in forma autonoma le tre leggi della robotica per prendere il potere e difendere l'uomo da se stesso...

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Guarda qua sotto il trailer...

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